Lista nere delle marche pericolose per cani e gatti
Le etichette dei croccantini, infatti, sono molto generiche e non indicano nello specifico cosa sia inserito negli alimenti. I tipi di carne, pesce e cereali che vengono usate spesso non vengono definite. Le industrie alimentari utilizzano gli scarti che vengono poi rivenduti a prezzi esorbitanti . Molti prodotti, inoltre, vengono testati direttamente su poveri animali. L’unica cosa che rimane da fare è affidarsi al parere di un bravo veterinario non corrotto dal commercio delle multinazionali e che possa consigliare il meglio per i nostri animali.
Quindi mi raccomando diffidate sempre delle pubblicità “meravigliose” nel quale si vede il solito gatto da primo premio che si mangia di gusto i croccantini, e fate più attenzione all’etichette e ai pareri del vostro veterinario.
Le crocchette non sono salutari chi continua ad affermare che sono un alimento bilanciato o forse non si è informato oppure si fida ciecamente del veterinario che però, come con il medico di famiglia, spesso ha un rapporto redditizio con i rappresentanti delle ditte produttrici che come leggerete di seguito sono quelle del settore farmaceutico.
Cosa si nasconde dietro il cibo per cani e gatti?
Cibo per animali: scatolette e croccantini ricche di tumori e vivisezione
L’industria del pet food è un vero business responsabile della sofferenza di molti animali. Dalle scatolette ai croccantini, tutti questi prodotti vengono testati sugli animali per valutare la tossicità o l’efficacia curativa rispetto a alcuni disturbi. Una vera operazione di marketing incurante di aumentare il rischio di cancro e di altre malattie degenerative per i nostri amici animali. Vediamo quali marche evitare e quali no.
di Giovanna Di Stefano
La sperimentazione animale si annida persino nell’industria che produce cibo per animali, il cosiddetto ‘pet food’In ogni prodotto che compriamo si possono celare sofferenze, spesso atroci, di malcapitati animali cosiddetti ‘da laboratorio’: cani, gatti, topi, conigli, ma anche pecore, maiali o asini. Come noto le industrie che alimentano la vivisezione sono quelle del settore farmaceutico e cosmetico che mietono un gran numero di vittime innocenti - stimate intorno ai 300 milioni ogni anno - in esperimenti di dubbia o nulla utilità, macchiandosi spesso di crimini gravissimi anche a causa della mancata applicazione delle misure obbligatorie atte a ridurre al minimo la sofferenza dell’animale (anestesia).
Pochi sanno tuttavia che la sperimentazione animale si annida persino nell’industria che produce cibo per animali, il cosiddetto ‘pet food’, pur non essendo affatto obbligatoria per legge; elemento questo che aggrava le responsabilità e rende eticamente molto meno accettabili le politiche aziendali di alcune multinazionali leader del settore. Dalle scatolette ai croccantini, dagli ossi vitaminici alle ‘diete’ terapeutiche: ognuno di questi prodotti viene testato su animali per valutarne la tossicità o l’efficacia curativa rispetto ad alcuni disturbi.
Un business responsabile della condizione di prigionia e sofferenza di molti animali, afflitti dai sintomi di malattie che vengono loro indotte artificialmente in laboratorio al fine di poter poi testare l’efficacia di qualche crocchetta studiata ad ‘hoc’ per ogni patologia. Sui siti delle più note marche di cibo per animali, che praticano massicciamente la sperimentazione, si possono trovare decine di formulazioni diverse di crocchette per ogni disturbo dal diabete all’artrosi, dalle dermatiti alle patologie dentali, persino alcune che curerebbero l’invecchiamento celebrale o problemi cardiaci del nostro amico a 4 zampe!
Negli ingredienti si legge: ‘derivati di carne’ o ‘farine di carne’. Queste ultime indicano che la materia prima è ottenuta da un processo di riciclaggioSorge quantomeno il sospetto che le diete proposte siano una meraoperazione di marketing costruita a tavolino per indurre i padroni più apprensivi ad acquistarli, e che l’unica prova di efficacia risieda eventualmente nei resoconti degli esperimenti effettuati dalle ditte stesse (!), senza alcun riscontro comprovato nei ‘pazienti’ finali.
Per la metà dei disturbi che queste diete ‘scientificamente testate’ curerebbero, il veterinario vi dirà che è sufficiente un cibo più leggero, un giusto equilibrio tra carne e verdure nella ‘pappa’, più attività motoria o l’eliminazione di alcuni alimenti; senza la necessità di acquistare costosi prodotti e alimentare così un business implicato nella morte di molti animali, ai quali la sorte non ha riservato né una casa e né una strada, ma lo stabulario di un laboratorio.
Il mercato del pet food è una branchia del settore dell’industria della carne per consumo umano, affermatosi grazie alla possibilità di riutilizzare con profitto e quindi di capitalizzare una notevole mole di scarti, i quali, per evidenti ragioni igieniche, sarebbero altrimenti destinati al macero. Un 50% del volume della carcassa dell’animale ucciso è considerato sottoprodotto e diventerà quindi pet food, entrando a far parte di quel composto - ripugnante per il nostro olfatto - contenuto nelle scatolette che compriamo a Fido: ossa, sangue, intestini, tendini, legamenti, mammelle, esofagi e, probabilmente, le parti malate o cancerose degli animali macellati sono gli ingredienti del mix variegato che poi viene presentato sottoforma di crocchette confezionate in un sacchetto accattivante con un Fido felice e soddisfatto davanti alla sua ciotola (?).
Si stima che più del 50% delle farine di carne siano contaminate dai pericolosi batteri di E.Coli. La cottura prevista dal processo può uccidere tali batteri, senza tuttavia eliminare le endotossine rilasciate dagli stessiNegli ingredienti si legge: ‘derivati di carne’ o ‘farine di carne’. Queste ultime indicano che la materia prima è ottenuta da un processo di riciclaggio, per l’esattezza la legge (Legge 15 febbraio 1963 n° 281 e smi) le definisce “Prodotto ottenuto dal riscaldamento, dall'essiccamento e dalla macinazione della totalità o di parti di carcasse di animali terrestri a sangue caldo”; i derivati sono invece “sottoprodotti provenienti dalla trasformazione del corpo di animali terrestri a sangue caldo”, ovvero scarti di lavorazione di origine animale non meglio identificati. Ad essere trasformate in farine sono generalmente le carcasse di animali morti per malattie, ferite o vecchiaia, le quali possono essere avviate a questo ciclo soltanto a diversi giorni dalla morte ed e' per questo motivo che presentano poi spesso contaminazioni da batteri tipo Salmonella ed Escherichia Coli.
Si stima che più del 50% delle farine di carne siano contaminate dai pericolosi batteri di E.Coli. La cottura prevista dal processo può uccidere tali batteri, senza tuttavia eliminare le endotossine rilasciate dagli stessi; in questa fase non sempre si riescono ad annientare nemmeno gli ormoni (usati per far ingrassare il bestiame), ne' gli antibiotici o i barbiturici (usati come anestetici). In compenso le alte temperature raggiunte per le farine possono alterare gli enzimi e le proteine che si trovano nella "materia prima" riducendone il già basso potere nutritivo.
Già da questi pochi elementi si può capire perché alcuni veterinari sostengono che nutrire il proprio cane o gatto con gli scarti della macellazione, per l’esattezza con il pet food confezionato, aumenta il rischio di cancro e di altre malattie degenerative: la presenza di sostanze tossiche nei tessuti degli animali macellati, dovuta ad un tipo di allevamento - quello intensivo - richiede un uso massiccio e sconsiderato di antibiotici e altri medicinali per far si che gli animali non si ammalino date le pessime condizioni igieniche in cui versano (assenza di arieggiamento e luce naturale, altissima concentrazione di capi, aria insalubre, ecc).
Un cane utilizzato per esperimenti sulla coliteNaturalmente tali sostanze permangono nelle carni dell’animale, e quindi tra l’altro, anche in quelle destinate al consumo umano; basti pensare ai vari casi di intossicazione da carne (70.000 ogni anno negli USA intossicati dal colibatterio) attribuibili proprio alla presenza dell’E.Coli in alcuni hamburger.
Ma non è ancora tutto. L’industria deve infatti cercare di confezionare un prodotto che in definitiva piaccia a Fido, altrimenti il padrone vedendolo inappetente …cambierà marca! E’ fuori di dubbio che una poltiglia composta dagli ingredienti sopracitati non può avere i requisiti di appetibilità e bontà per un cane, a meno che non si tratti di un randagio a digiuno da giorni. Dunque, come porre rimedio all’aspetto e all’odore poco invitante di questo mix di scarti per di più contaminati? Ecco che servono degli ‘appetizzanti’: per esempio il grasso animale riciclato, o gli oli troppo rancidi e classificati come inadatti per gli umani sono usati a questo scopo e vengono spruzzati direttamente sulle crocchette, sui ‘bocconcini’ e sui ‘patè’ prima del confezionamento.
Uno scenario allarmante, sia per il contenuto che in definitiva Fido si ritrova nella ciotola tutti i giorni e che a lungo andare non può non ripercuotersi sulla sua salute, sia per i tremendi e inutili esperimenti praticati su animali, fatti per assecondare le ragioni del marketing e non certo la salute dei nostri animali. Un panorama che fortunatamente non accomuna tutte le aziende produttrici di pet food. Ve ne sono alcune, per lo più piccole poco note perché non reclamizzate, che impostano la loro politica in modo del tutto differente, si potrebbe dire senz’altro più dal punto di vista dei cani e dei gatti: privilegiano la qualità degli ingredienti di base e si schierano contro ogni pratica di sperimentazione animale.
Scegliere di acquistare le marche SI e boicottare le marche NO è un’azione concreta, forte, ed efficacissima che ognuno può fare per combattere la vivisezioneTali aziende scelgono di impiegare solamente sostanze naturali per il confezionamento di bocconcini e crocchette, senza l’impiego di conservanti o coloranti, né di additivi chimici o oli di scarto per aumentarne l’appetibilità, puntando sul concetto che carni, verdure e cereali di qualità non necessitano di essere ulteriormente insaporiti. Per garantire la conservazione utilizzano aromi naturali (rosmarino ed estratti della vitamina E e C) oltre ad una confezione perfettamente sottovuoto; alcune garantiscono la provenienza della carne esclusivamente da allevamenti a pascolo, altre specificano l’assenza di farine animali, di grassi idrogenati e zuccheri, altre ancora propongono delle linee ‘bio’, con carni e verdure biologiche.
Alcune infine hanno un’offerta di prodotti vegan e diete curative, ottenute queste ultime con l’addizione di estratti vegetali, di tipo fitoterapico e quindi del tutto naturale (per esempio il Ginseng, la Rosa canina e l’Ananas hanno un forte potere antiossidante e antinfiammatorio, la Yucca è una pianta che agisce a livello intestinale migliorando la digestione, il lievito di birra infine è una preziosa fonte naturale di vitamine del gruppo B).
In quest’ottica decisamente attenta all’ambiente e alla naturalità del prodottola sperimentazione su animali non è ovviamente contemplata, o meglio l’unico test che praticano queste aziende è quello dell’appetibilità del cibo. Come si esegue? Si somministra il prodotto ad un campione di qualche decina di cani (cani in famiglia o rifugi), e si osserva il livello di gradimento. Insomma se il cane mangia di buon gusto la pappa è buona, altrimenti no: molto semplice, ma efficace e soprattutto non cruento. Data l’assenza di additivi chimici o sottoprodotti potenzialmente pericolosi il test punta infatti esclusivamente a valutare il sapore del cibo, non una sua eventuale tossicità, perché non ve ne sarebbe evidentemente motivo.
Si riporta in questo articolo un elenco aggiornato delle principali marche ‘SI’, quelle che non alimentano la vivisezione e garantiscono una maggior genuinità del prodotto, seguito dalle marche ‘NO’ da evitare accuratamente, (si veda la foto ingrandibile proposta poche righe più sopra) perché oltre ad essere responsabili di crudeli esperimenti su cani e gatti sono proprietà di multinazionali, che notoriamente perseguono la politica del profitto ad ogni costo.
Scegliere di acquistare le marche SI e boicottare le marche NO è un’azione concreta, forte, ed efficacissima che ognuno può fare per combattere la vivisezione. In particolare le marche dell’elenco positivo dichiarano di non effettuare né commissionare a terzi test su animali di alcun tipo per i loro prodotti. Si tratta in genere di un’autocertificazione aziendale che viene evidenziata sul sito attraverso uno spazio dedicato alla comunicazione dell’eticità del prodotto, in cui si certifica la propria estraneità ai test sugli animali, spesso accompagnata dall’apposizione del logo ‘cruelty free’ (coniglietto).
Alcune aziende per acquisire maggior credibilità presso i clienti rispetto a questa loro politica ottengono anche una sorta di certificazione da parte di alcune associazioni animaliste, come per esempio Salut Pet garantita da OIPA, Aniwell da PETA, Arovit da PETA UK. E’ possibile quindi non solo sfamare ma anche assecondare i gusti e i capricci alimentari dei nostri amici pelosi senza arrecare sofferenza e morte ad altri cani o gatti, e tutelare la loro salute con una terapia di prevenzione, che consiste innanzitutto nel somministrargli ingredienti sani e naturali.
A questo punto di cosa mai potrà cibarsi il nostro compagno peloso?
Come ho detto i miei si stanno nutrendo di cibo umano, non tutto perché i dolci, ad esempio, non sono indicati ma ci sono vari alimenti che possono mangiare, così da garantire anche una diversificazione dei pasti.
Vediamone alcuni.
Dalla mia veterinaria ho fotografato le seguenti tabelle una per il cane e una per il gatto:
Inoltre i cani possono mangiare lo yogurt, tuttavia è necessario fare attenzione al tipo di yogurt con il quale alimentare il vostro caro animale domestico.
I vantaggi
dello Yogurt per il tuo Cane
Lo yogurt può essere una buona fonte di calcio e proteine per il vostro cane. Anche uno yogurt con fermenti lattici vivi è ottimo per il cane. Questo sarà pubblicizzato come yogurt probiotico, e per i cani e gli esseri umani, i batteri contenuti all'interno (nomi esotici come
Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus thermophilus), possono essere
molto benefici. Questi tipi di batteri vivi che si trovano nello yogurt contribuiscono a creare lattasi.
Potreste aver sentito che molti cani sono intolleranti al lattosio. Bene, la lattasi è l'enzima che aiuta
lo stomaco ad assorbire lattosio. Quindi, consumando uno yogurt che contenga fermenti lattici vivi, il vostro cane sarà in grado di assorbire meglio il lattosio in esso contenuto. Inoltre, nel processo di coltura che avviene per creare questo tipo di yogurt, lo zucchero del latte, il
lattosio, è già stato suddiviso in glucosio e galattosio, zuccheri che sono facilmente
assorbibili da intolleranti al lattosio.
Tuttavia, abbiamo discusso abbastanza su lattosio e lattasi. Più genericamente, i principi attivi contenuti nello yogurt, sono atti a calmare lo stomaco sconvolto degli animali malati, ma non alimentate il vostro cane con un litro di yogurt sperando di aiutarli in caso di malattia, intendiamoci. Un altro vantaggio dello yogurt per cani è che può anche aumentare l'assorbimento del calcio e delle
Vitamine del gruppo B. Ci sono stati studi che hanno concluso che le colture batteriche presenti all'interno dello yogurt, stimolano
coloro che combattono le infezioni, i globuli bianchi. Questo è stato collegato allo yogurt dando effetti anti-tumorali a soggetti sperimentali animali. Se questi risultati possono essere estrapolati come un beneficio diretto ai cani, è ancora da vedere.
Precauzioni nel dare lo Yogurt al Cane
Come detto, i cani possono mangiare solo yogurt bianco a bassa percentuale di grassi. Questo per evitare qualsiasi assunzione di zucchero non necessaria. Come diciamo sempre, anche se i cani possono mangiare yogurt, bisogna darlo comunque con moderazione. Se il vostro cane ne mangia troppo, può avere problemi come diarrea. Se state pensando di alimentare il vostro cane con la ricotta, la versione a basso contenuto di grassi e di sodio è quella da utilizzare.
l’aglio in realtà fa bene ai cani. Ovviamente non potete semplicemente lasciare che il vostro cane mastichi uno spicchio d’aglio. Tutto sta nella quantità che date al vostro cane. Continuate a leggere per saperne di più sui cani e sull’aglio e come renderlo parte della dieta salutare del vostro cucciolo.
Aglio: Un albero genealogico
L’aglio viene dalla famiglia Allium, che tra i suoi parenti include cipolle, porri, erba cipollina e scalogno. Le cipolle, e a un livello molto minore l’aglio, contengono un composto chiamato n-propyl disulfide, assieme a piccole quantità di tiosolfato. Ingerendone grandi quantità si può procurare un danno ossidante ai globuli rossi. L’effetto crea i corpi di Heinz e il corpo li scarterà dal flusso sanguigno. Dopo aver ingerito grandi quantità per un lungo periodo, può portare all’anemia e perfino alla morte. Questo significa che l’aglio è pericoloso per i cani? È qui che il dibattito diventa acceso.
Storia dell’aglio
È iniziato tutto più di 100 anni fa, quando le cipolle selvatiche (fanno parte della stessa famiglia dell’aglio) venivano date a bovini, pecore e cavalli e questi animali mostravano sintomi di tossicità. Negli anni ’30, degli studi dimostrarono che i cani che mangiavano cipolle, mostravano sintomi di tossicità. Avanti veloce fino agli anni ’80: i gatti che mangiavano cipolle manifestarono gli stessi sintomi di tossicità dei cani. È importante notare che i gatti sono da sei a otto volte più sensibili dei cani alle cipolle.
L’aglio ebbe un brutto colpo nel 2000, quando fu pubblicata una ricerca che si basava sugli effetti dell’aglio sui cani. Anche se i cani testati non manifestarono nessuna comparsa apparente di sintomi da tossicità, c’era un effetto sui globuli rossi. I ricercatori affermarono: “crediamo che i cibi contenenti aglio dovrebbero essere vietati nell’uso per i cani.”
Diamo un’occhiata più da vicino allo studio in sé, invece di citarlo soltanto. Lo studio, intrapreso dall’Università di Hokkaido, fu condotto su quattro cani, a ognuno dei quali furono somministrati 1,25 ml di estratto di aglio per kg di peso per sette giorni di fila. Per esempio, se un cane pesava circa 20 kg, gli venivano dati circa 20 spicchi d’aglio-una quantità sconcertante! Fate il calcolo di quanto ne mangereste voi usando quella formula-è abbastanza da far ammalare chiunque.
Utilizzando questa quantità d’aglio, lo studio concluse che l’aglio ha il “potenziale” di causare anemia emolitica(danneggiamento dei globuli rossi), e quindi l’aglio non dovrebbe essere dato ai cani. È importante notare che anche con dosi così elevate, nessuno dei cani coinvolti nello studio ha sviluppato l’anemia emolitica. In più, lo studio includeva quattro cani, come si fa a considerarlo un campione giusto? Almeno, dimostra che è importante considerare tutti i fatti di qualunque studio.
È tutto nel dosaggio
Troppo di qualunque cosa fa male. Anche i minerali che si assumono per mantenere noi e i nostri cani in forma possono essere nocivi in grandi quantità giornaliere. Cose come il sale, la vitamina D, o lo Zinco fanno tutte bene…finché non si esagera. Lo stesso vale per l’aglio e per i cani. A un certo livello, tutte queste cose hanno il potenziale di essere tossiche.
Ecco una guida sulle dosi sicure giornaliere per i cani, basate sul peso del cane (mezzo spicchio per circa 5 kg di peso corporeo):
Aglio Fresco (dalla Guida Completa alla Salute Naturale di Cani e Gatti del Dr. Pitcairn)
Da 5 a 7 kg: mezzo spicchio
Da 10 a 20 kg: 1 spicchio
Da 20 a 30 kg: 2 spicchi
Da 35 a 40 kg: 2 spicchi e mezzo
Da 45 kg in su: 3 spicchi
Molte persone scelgono di fermarsi al limite di 2 spicchi, anche se i loro cani sono di grande taglia (40 kg in su). Penso che anch’io userò una dose minore e sceglierò il fresco al posto della polvere o di quello in barattolo quando possibile. In più alterno il mio ciclo di aglio- una settimana si e una no. Alcuni padroni lo usano solo a seconda della stagione, mentre altri lo usano tutti i giorni.
Se il vostro cane ha un disturbo anemico preesistente o deve fare un’operazione, non dategli dell’aglio. Inoltre, i cuccioli dalle sei alle otto settimane d’età non iniziano a riprodurre nuovi globuli rossi fino a dopo 6-8 settimane, quindi non dovrebbero mangiare dell’aglio.
I benefici del dare dell’aglio al vostro cane
Il motivo per cui l’aglio viene aggiunto al cibo per cani e ai premi, è perché ha molti benefici sulla salute. Anche se non siete sicuri riguardo a cani e aglio, e decidete di iniziare con una piccola dose, il vostro cane ne trarrà comunque dei benefici per la salute. La pretesa principale della sua fama è che fa bene al tratto digerente del cane. Ma ci sono molte altre magnifiche ragioni di salute sul perché l’aglio può aiutare il vostro cane:
Repellente per Pulci/
Zecche : non ucciderà pulci e zecche, ma a quelle piccole bestiacce non piace il sapore. Una sniffata e fuggiranno dal vostro cane.
Incremento del sistema immunitario: è dimostrato che l’aglio fa miracoli sui cani che hanno il sistema immunitario soppresso e anche per quelli che stanno
combattendo contro il cancro . Incrementa le cellule nel flusso sanguigno che uccidono i microbi cattivi e le cellule del cancro.
Incremento per il fegato: Si sa che l’aglio ha effetti disintossicanti, che possono aiutare il fegato a disfarsi delle tossine presenti nel corpo.
Combatte le infezioni batteriche, virali e quelle da funghi: i batteri, i virus e i funghi non possono niente contro l’aglio! Con le sue potenti proprietà antimicrobiche e antibiotiche, combatte anche i parassiti e gli organismi protozoici.
Abbassa i livelli di colesterolo nel sangue e dei trigliceridi: Mischiando la giusta dose di aglio crudo al cibo del vostro cane e lo aiuterete ad abbassare i livelli di colesterolo e di trigliceridi nel sangue.
Incremento cardiovascolare: Eccezionale per i cani anziani e sovrappeso, l’aglio può prevenire i trombi e ridurre il livelli di colesterolo e di grasso nelle arterie.
I finocchi a volte sono anche usati nei cibi commerciali per cani per renderli più nutrienti.
I benefici del finocchio per i cani
Il finocchio può fare molto bene al vostro cane. È effettivamente usato come trattamento naturale per molti problemi di salute nei cani.
Primo, i semi di finocchio possono aiutare a regolare il sistema digerente del vostro cane. Si sono dimostrati specialmente utili nel combattere la flatulenza nei cani.
Secondo, il finocchio contiene dei fitonutrienti unici e importanti, che hanno un effetto antiossidante e sono utili nel prevenire il cancro.
Tre, il finocchio è una buona fonte vegetale di calcio e ferro. Il finocchio contiene anche molti altri nutrienti preziosi, come la vitamina C, fibre, potassio, molibdeno, manganese, rame, folati, magnesio, vitamina B3 e acido pantotenico. Tutti questi nutrienti sono molto importanti per il vostro cane per mantenersi in salute, quindi è sicuramente una buona idea aggiungere dei semi di finocchio o altre parti del vegetale nella dieta del vostro cane.
I cani possono mangiare il finocchio? Cose da considerare
Se comprate il finocchio dal fruttivendolo, è probabile che contenga dei residui di pesticida. I residui di pesticida possono essere pericolosi per i cani, quindi prima di dare del finocchio al vostro cane, assicuratevi di lavarlo accuratamente con acqua pulita.
Come con
tutte le altre verdure , il vostro cane può mangiarne solo una piccola quantità. Troppo finocchio o troppe verdure possono spesso causare diarrea nei cani.
Quando lo fate conoscere per la prima volta al vostro cane, vi raccomando di stare molto attenti e di dargli solo una piccolissima porzione. Come con tutti i cibi nuovi, c’è la possibilità che il vostro cane sia allergico ai finocchi e questo è il motivo per cui è una mossa intelligente dargliene pochissimo la prima volta. Se tutto va bene e il vostro cane non mostra nessun segno di allergia alimentare (
diarrea , flatulenza eccessiva, si
lecca le zampe , prurito al sedere) allora potrete dargliene un po’ di più la prossima volta.
Conclusione sul finocchio per i cani
Il finocchio è una verdura che i cani possono tranquillamente mangiare. Poiché ha un altissimo contenuto di nutrienti, può fare molto bene al vostro cane averne un po’ nella dieta. Potete dare al vostro cane qualche pezzo di gambi di finocchio o aggiungere i semi di finocchio al cibo normale dei vostri cani per incrementare la loro alimentazione.
Perciò come vedete è possibile avvalersi della normale cucina senza per forza propinare un intruglio che fa più male che bene. Continuerò a scrivere e magari allegare qualche ricetta per rendere appetitoso il pasto del nostro amico, soprattutto rispettando l'aspetto salutare.
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